Bella storia quella della dell’azienda 6Mura di Giba, località sarda situata nell’area del Sulcis Iglesiente. E’ la storia di un gruppo di amici, tutti nativi di questo borgo collinare in una zona ricca di siti archeologici e di stagni frequentati da fenicotteri rosa, che pur essendo impegnati in attività diverse sull’isola e altrove, una decina d’anni fa, nel 2002 esattamente, decidono, da grandi appassionati di Bacco, di mettersi a produrre vino.
Il loro vuol essere un atto d’amore per la propria terra e per le uve identitarie che ne segnano l’antichissima storia, il Carignano ed il Vermentino, e nonostante tre di loro siano impegnati all’estero e uno solo di loro in campagna, il miracolo, denominato 6Mura, che deriva dall’area protetta di “Su de Is Muras” si realizza. Grazie alla caparbia, alla volontà di fare bene, ad una sorta di patto dove il fare vino costituisce, soprattutto per le persone che ne sono protagoniste, tutti grandi appassionati e collezionisti d’arte, una specie di opera d’arte, un’operazione culturale. Certo, il grande merito è del terroir, di quel Sulcis dove una grande uva antica come il Carignano può contare su alberelli di decine d’anni che formano autentici monumenti naturali, allevati a piede franco addirittura sulla sabbia.
Vini nella cui vinificazione si è fatta estrema attenzione che il legno costituisca solo uno strumento di cantina, utile per attenuare le asperità tanniche dell’uva, e non diventi mai protagonista. Ma anche se i due rossi, il Carignano del Sulcis rosso Giba ed il Carignano del Sulcis Vecchie Vigne sono ottimi, esemplari, espressione perfetta delle vigne situate tra Giba e Porto Pino, frutto di lunghe macerazioni sulle bucce, selvatici e salmastri il giusto, succosi, larghi e profondi al gusto, con quella nota inconfondibile di mirto e macchia mediterranea che ne fa inevitabilmente vini da carnivori, ad avermi colpito è stato il Vermentino di Sardegna 6Mura, di cui ho gustato una bottiglia di 2011.
Un vino che avevo assaggiato una prima volta la scorsa estate, nel corso di una degustazione del distributore italiano di 6Mura,
Pietro Pellegrini, e della cui storia, una semplice attenta selezione di uve Vermentino di Gallura in purezza mi aveva parlato uno dei cinque protagonisti dell’azienda che avevo incontrato, Vincenzo Aru, che si occupa anche di importare e distribuire vini italiani in terra belga. Risentito di recente il vino mi ha raccontato di non essere il solito Vermentino da estate, un piacevole, salato e profumato vino varietale perfetto per essere gustato, in abbinamento a piatti di pesce, nel corso di una vacanza estiva isolana. Ma di avere la caratura, il nerbo, la struttura per reggere, senza sacrificare in nulla la propria sapidità, il carattere marino tipico di quest’uva e di quest’uva quando nasce in terra sarda, un affinamento maggiore e sviluppare caratteristiche impensabili.
Splendido il colore, un paglierino carico, brillante, luminoso, dai riflessi ancora smaglianti, e subito il respiro caldo, avvolgente, di profumi di agrumi e frutta gialla, di pietra focaia e sale, con un leggero accenno di mandorla. Bocca importante, più larga che profonda, molto succosa, con un frutto pieno, ricco di polpa e molto strutturato, consistente a richiamare la frutta esotica e gli agrumi, per una persistenza lunga e piena, matura al punto giusto e quel tocco salato finale a richiamare l’onda del mare….