Che Sandro Sangiorgi sia uno dei massimi letterati del vino del Dopoguerra lo dimostrano i fatti. Dopo aver co-fondato Slow Food - mica la Pro loco di Roccacannuccia, formato migliaia di appassionati, e licenziato una pietra miliare come “L’Invenzione della Gioia” (Porthos editore, 2011), che guarda dall’alto un 95% abbondante della editoria di settore, ha impreziosito lo Stivale di grandi professionisti. Relatori come Armando Castagno, sommelier come
Alessandro Zamboni, sfoggiano tutti il marchio di fabbrica, o quantomeno portano la firma nel dna, di Sangiorgi.
Giuliano Pettinella è un giovane avvocato maceratese al quale è capitato di possedere terreni di famiglia piantati a montepulciano nella campagna di Silvi Marina, in provincia di Teramo. La frequentazione dei corsi di Sangiorgi, uno che come dicevo trasformerebbe la signora Maria del piano di sopra in un raffinato enofilo, ha innescato la scelta di dedicarsi alla vigna per ottenere risultati d’eccezione.
Sin dalla prima annata, la 2010, questo rosato Tauma (non etichettato come Cerasuolo d’Abruzzo per evitare di scalare il monte burocratico) si è subito piazzato nella zona Uefa della tipologia. La versione 2012, appena posta in commercio, fatta con uve raccolte un po’ prima rispetto alle due annate precedenti, riesce a conciliare una struttura quasi da rosato da salasso con la freschezza che un poco mancava alle edizioni passate. E così il calore e le lievi note di legno, ancora percepibili, sono riequilibrate dal giusto dinamismo gustativo, pur rimanendo una interpretazione chiaramente ambiziosa della tipologia. Bellissima la nota di fiori secchi al naso. Un che di salmastro e di spezie orientali. L’anima sembra proprio quella del cru. Invecchierà bene, e forse migliorerà. I maestri del Cerasuolo, da Valentini a Cataldi Madonna, sono avvisati. 20 €.