Peppe Guida
Il suo piatto più famoso è Lo spaghettino all’acqua di limone e Provolone del Monaco ma con la sua Devozione ha trasformato un piatto di spaghetti al pomodoro in un rito. Peppe Guida dell’Antica Osteria Nonna Rosa è uno chef stellato e un uomo dal pensiero libero e poderoso.
È un autodidatta impenitente, Peppe Guida, una voce fuori dal coro, un uomo dall’aspetto imponente: serio al limite del severo. La sua figura irrequieta, il suo fare e il suo sguardo, essenziale, sembrano rubati al teatro napoletano, in bilico tra commedia e dramma.
È libera la voce di Peppe, il cuoco che ha trasformato il suo pensiero nella sua cucina, e continua, sapientemente, a farlo.
“Per me la cucina di territorio è quella della penisola, stretta tra le braccia”.
Nonna Rosa. Gli inizi di un ristorante che prende nome da una figura epica
La vita di Peppe Guida è una narrazione che fa la spola tra il caso e la volontà.
A 22 anni Peppe aiuta il fratello nella gestione di un distributore di benzina, ma soprattutto gioca a calcio e va al mare. Ancora non sa cosa farà da grande. Un amico, Antonio Esposito, si trasferisce a Londra, per fare il lavapiatti in un ristorante italiano dove impara (da un nordafricano) a fare la pizza. Antonio si sposta alle Bermuda, perché in un ristorante italiano stanno cercando un pizzaiolo.
Siamo negli anni ‘90 e Peppe, che fino ad allora non aveva considerato una carriera in cucina, realizza che quella è la sua strada.
Cucina per famiglie, un grosso spiedo protagonista per il pollo, l’agnello, il coniglio e poi la rosticceria tipica napoletana, qualche piatto della tradizione e la pizza, questo è il menu di Nonna Rosa in quegli anni, gli stessi in cui Peppe sposa Lella, la sua compagna di vita.
È un inizio di successo il suo, il ristorante è sempre al completo. Di lì a poco Nonna Rosa si afferma. Una mattina Peppe prende il piccone e comincia a “tirare giù il forno delle pizze”. Con questo gesto stabilisce, con una certa autorità, la prima evoluzione di Nonna Rosa: basta con pizze e frittura, il locale si trasforma in un’osteria di paese, in menu cucina tipica tradizionale sorrentina.
Dalla crisi alla Stella
Nel 2007, arriva la stella, e con la stella la svolta, la notorietà e l’inversione di tendenza.
Apre il catering Nonna Rosa Gourmandise e inizia una serie di consulenze. Poi l’incontro con Giuseppe Di Martino del Pastificio dei Campi. Nel 2015 Di Martino gli propone una partecipazione a Bolle butta la pasta, una trasmissione sul Gambero Rosso, canale con cui prosegue fino ad oggi la collaborazione di chef Guida. E con la televisione si consolida la sua popolarità.
La cucina
“Noi abbiamo un giacimento così prezioso di prodotti: caseari, ortofrutticoli, di terra e di mare, tutto a portata di mano. Mi concentro su questo valore - dice Peppe - nel tentativo di elevarlo e riconoscergli la giusta importanza. Non c’è scarto, tutto è materia”.
Tutto il vegetale proposto al ristorante viene dalla sua azienda agricola di Montechiaro, e così l’olio. In menu piatti di pasta ormai divenuti classici, pesce locale, spesso azzurro, latticini e sperimentazioni che si muovono con il mercato, nell’accezione di Bocuse. Come il ramen (napoletano) di broccoli e salsiccia per recuperare e valorizzare gli scarti del broccolo.
“Io faccio in modo che tutto quello che arriva in cucina non abbia scarti. Il pesce ha i filetti che mi servono per il piatto, la pancia la uso per una tartare, le lische per un ristretto”.
E in cucina c’è sempre nonna Rosa, che scende poco dopo le 6, seleziona le verdure, con l’occhio attento di chi la guerra l’ha fatta e professa il recupero come un credo. Fa il ragù, la passata e quelle meravigliose polpette che accolgono gli ospiti, divenute ormai leggenda.
Villa Rosa, il buen ritiro
“Montechiari è il mio buen retiro”, un luogo cercato e riconosciuto grazie al panorama unico: il Vesuvio. Nella tenuta un bed & breakfast, dove Peppe insegna ai suoi ospiti, spesso americani, i segreti della cucina sorrentina, e li introduce ai sapori della terra. Per colazione, per esempio, propone uova fritte, provola e melanzane sott’olio, pochi ingredienti vigorosi a creare un’intesa unica. A Villa Rosa sta costruendo una beauty farm agricola al centro di un immenso terreno da coltivare come facevano i nostri nonni, racconta Peppe, a letame e acqua. Al ristorante il menu è uno solo e arriva dall’orto, senza passare dal frigo: a Villa Rosa non si conserva, si coglie e cucina.
Nei mesi autunnali il figlio Francesco, pasticcere, prepara gli straordinari Panettoni Nonna Rosa in vista del Natale.
Curiosità
La conversazione con Peppe passa attraverso un’infinità di vecchi adagi pronunciati con musicalità e potenza: “un granello di sale rovina la minestra” oppure a Napoli si dice “chi ha la terra non muore mai di fame”. Un dialogo che porta con sé tutta la vivacità del territorio.
Non ha vizi, chef Guida, ma qualche debolezza sì, il suo comfort food sono le patate fritte affogate nella maionese e di tanto in tanto pure 1 kg di gelato. Mentre in cucina non c’è spazio per ciò che striscia, al bando capitoni e anguille dunque!
Dorme poco, appena 4 ore per notte. Alle 6.30 del mattino il suo fedele cane Timothy lo aspetta per dare inizio alla giornata in campagna.
Libri
Guida, Peppe, Vannucchi L. Questa è la mia terra. Roma, Gambero Rosso, 2018.