René Redzepi
È lo chef simbolo della New Nordic Cuisine e di uno dei ristoranti migliori al mondo, il noma di Copenaghen. Si è sempre considerato un outsider per le sue origini metà danesi e metà macedoni e sostiene che il segreto del suo successo sia proprio questo.
La formazione
Se in Danimarca l’unico cibo da “esplorare” era quello dei preparati, pronti per essere messi nel microonde, è durante le estati degli anni 80 trascorse con i parenti del padre in Macedonia che il giovane René ha i primi contatti con il wild food, il cibo selvatico, quello che cresce spontaneo e che diventerà il protagonista assoluto delle sue ricette. A 15 anni non sa bene cosa vuole fare nella vita, lascia la scuola dell’obbligo in quanto non passa gli esami e s’iscrive a una scuola di cucina, seguendo senza troppa convinzione il suo migliore amico che aveva il sogno di fare il cuoco, per poi subire, invece, la proverbiale folgorazione.
La formazione nei ristoranti stellati
Nel 2003, a 26 anni, è considerato un enfant-prodige e diventa partner di Claus Meyer, imprenditore danese molto conosciuto per essere anche un celebre volto televisivo nazionale, e insieme fondano il noma, ovvero il ristorante che si lega indissolubilmente al nome di René Redzepi e che lo ha portato di diritto nell’Olimpo degli chef.
Noma, il ristorante dalle due vite
La prima vita (dal 2003 al 2017): è il periodo nel quale il ristorante nasce e s’impone sullo scenario gastronomico internazionale, non senza incappare in difficoltà. Una storia che si può conoscere anche grazie al documentario del 2015 del regista Pierre Deschamps Noma: My Perfect Storm (La mia tempesta perfetta), che vede René Redzepi raccontare la sua ascesa e i suoi successi passando per la crisi che nel 2013 poteva fargli perdere la credibilità acquisita fino a quel momento. Il fatto è conosciuto, riportato da tutti i giornali: un’intossicazione per norovirus colpisce 63 clienti in quello che è considerato il miglior ristorante del mondo. Una cattiva pubblicità che fa chiudere i battenti al noma per qualche tempo e che, per la prima volta, non lo ha visto in cima alla classifica dei best restaurants. Il riscatto, però, non si fa attendere, e nel 2014 Redzepi ha già ripreso il suo posto in vetta.
Il Manifesto for the The New Nordic Cuisine
René Redzepi e il cibo: le parole da conoscere
FERMENTAZIONE: è uno dei pilastri della cucina del noma, tanto che al suo interno il ristorante ha anche un laboratorio di fermentazione. Una tecnica che per Redzepi è fondamentale per poter utilizzare appieno le potenzialità dei prodotti del territorio e averli a disposizione tutto l’anno. Così da ovviare all’empasse della disponibilità di certi ingredienti a causa dei lunghi inverni del Nord. Oltretutto, attraverso il processo di fermentazione il cibo si trasforma, cambia sapore: un motivo in più per sperimentare nuove ricette.
MAD: significa cibo in danese ed è l’organizzazione no-profit che René Redzepi ha fondato nel 2011 e che riunisce tantissimi nomi della ristorazione internazionale sotto il segno della consapevolezza che anche il mondo del food, con scelte sempre più etiche e sostenibili, può contribuire al benessere del Pianeta. Annualmente viene organizzato il MAD Symposium – definito anche come il G20 gastronomico – dove per due giorni chef, professori universitari, agricoltori, allevatori e, in senso lato, i nomi più influenti del settore agroalimentare internazionale, si incontrano non solo per discutere, ma anche per lanciare progetti concreti, al fine di poter rispondere a sfide globali che vedono il cibo protagonista, dallo spreco alimentare ai cambiamenti climatici. È proprio in questa cornice, per esempio, che nel 2016 lo chef Massimo Bottura ha lanciato la sua organizzazione no-profit contro lo spreco alimentare Food for Soul.
Vita privata
Curiosità
- Il pollo è il suo piatto preferito in quanto protagonista di due ricette di famiglia. Ci sono i fegatini di pollo che cucinava il padre e che, segno del destino, ha preparato anche sua moglie per la prima cena a due e il pollo arrosto, piatto che Nadine cucina ogni volta che lui torna da un viaggio.
- Ha un fratello gemello di nome Kenneth.
- Ha creato una APP (Wild Food Map) che consente di scoprire e conoscere le piante che abbiamo attorno, per imparare in autonomia se sono edibili o meno. Questa idea si inserisce in un progetto più ampio di educazione “alla natura” delle nuove generazioni.
- Ha fatto notizia Ali Sonko, che da lavapiatti del noma è stato scelto dallo chef come uno dei suoi soci dopo 13 anni di lavoro assieme in cucina.
- Per il MAD Sympsium ha preso ispirazione dai festival musicali di Glastombury o Roskilde.
Altri ristoranti
Noma pop-up restaurant – Sono i ristoranti/satelliti “a tempo” che lo chef ha aperto in giro per il mondo, seguendo la stessa filosofia del principale. Nel 2015 è stato inaugurato quello di Tokyo in Giappone, nel 2016 è stata la volta di Sydney in Australia e nel 2017 di Tulum, in Messico. La versione messicana del noma, per esempio, è stato aperta per sette settimane.
Libri di René Redzepi
Redzepi, René. Noma. Tempi e luoghi della cucina nordica. Milano, Phaidon, 2011
Redzepi, René. A work in progress. Journal, recipes and snapshots. London, Phaidon, 2013
Redzepi, René; Levy Redzepi, Nadine. Downtime: Deliciousness at Home. London, Ebury Press, 2017
Redzepi, René; Zilber, David. The Noma Guide to Fermentation. New York, Artisan, 2018
Redzepi, René. A work in progress. A Journal. London, Phaidon, 2019