Burro di arachidi. Cos’è, come si prepara a casa e chi lo ha inventato
Da spalmare e gustare per colazione o a merenda. Vi raccontiamo origini, proprietà e ricetta della famosa crema americana che è sempre più amata anche da noi.
Cominciamo dalla salute
Ma la caratteristica che ha reso il burro di arachidi popolare, anche in Italia, è la sua forza proteica, perciò lo amano in particolare gli sportivi. È caro anche a chi segue un regime alimentare vegano, per ovvie ragioni, e ai celiaci perché senza glutine.
100 g di burro di arachidi contengono 598 calorie ripartite in proteine per il 25%, grassi per il 50% e carboidrati. Nel database dell’U.S.D.A. (U.S. Department of Agriculture) la tabella aggiornata.
Sfortunatamente c’è un rovescio della medaglia, le arachidi, come è noto, possono scatenare potenti reazioni allergiche.
Chi lo ha inventato?
Nel 1904 viene presentato alla World’s Fair di St. Louis e dopo poco Heinz e Beech-Nut lo distribuiscono in tutto il paese. La vera svolta però arriva negli anni 20 quando viene introdotta l’idrogenazione (per mano del chimico Joseph Rosefield) per impedire la separazione dell’olio dalla pasta, la parte più solida, e favorire una conservazione più duratura. Poi la sua storia continua e continua a intrecciarsi alla storia americana, come quando l’esercito lo fa rientrare nella dieta dei soldati, durante entrambe le guerre mondiali, proprio per le sue caratteristiche nutrizionali energetiche.
Le arachidi sono anche 100% italiane
Sono più scure e di dimensioni inferiori rispetto a quelle americane o africane e si differenziano anche per il sapore. Fra le varietà coltivate il Tripolino, viene seminata ad aprile e raccolta a fine settembre. Per crescere necessita di terreni torbosi, tanta luce e caldo. La coltivazione si concentra soprattutto in Emilia-Romagna, Veneto, Campania e Salento. Ma è il ferrarese a distinguersi fra le zone di produzione, tanto che a Mezzogoro, frazione di Codigoro, si tiene la Sagra dell’arachide e del pop corn, verso la fine di giugno.