Ciliegie: tipologie, proprietà e come gustarle al meglio in ricette dolci e salate
Succose, profumate e ricche di proprietà benefiche: sono le ciliegie. “Una tira l'altra” è un detto più che azzeccato, e il loro sapore dolce e acidulo le rende perfette in cucina, dall'antipasto al dessert.
Viaggio in Italia: le diverse tipologie di ciliegie
In Italia esistono moltissime varietà locali di ciliegie, micro cultivar, famose IGP, e presidi Slow Food vanto di interi territori. Prendendo come criteri il colore e la consistenza della polpa, si dividono in due categorie principali: quelle dolci e sode dal color rosso scarlatto, o rosso chiaro, sono le tenerine e le duracine, perfette da consumare fresche; le più scure con un tocco acidulo più marcato, invece, sono marasche, amarene e vignole, ideali per marmellate, gelatine, e torte.
La più famosa del panorama nazionale? La ciliegia di Vignola IGP, che ha come centro principale di produzione i colli modenesi, e l'omonimo borgo. Qui la raccolta prende il via a fine maggio e coinvolge decine di aziende agricole dedicate alla coltivazione delle diverse sotto-varietà, come la Mora di Vignola e il Durone Nero, dolce e intenso. Restando in Emilia Romagna, ma verso Bologna, incontriamo il Durone nero dell'Anella, una varietà tardiva e per questo carica di dolcezza che si fa attendere sino a fine giugno.
Due le più famose varietà piemontesi. La prima viene dalla Val di Susa ed è “pallida ma meravigliosa”. Il Graffione Bianco è una cultivar antica, leggermente amarognola, dall'inconfondibile colore giallo chiaro a volte puntinato di rosa. La seconda è la Bella di Garbagna. Vi dice qualcosa la parola boero? Ebbene, la pralina liquorosa di cioccolato racchiude questo presidio Slow Food super croccante della provincia di Alessandria. Qualche chilometro verso il mare e si trova una ciliegia di nicchia, dal colore rosso chiaro e dal sapore dolce: la ciliegia di Castelbianco, in provincia di Savona che è parte dell’Arca del Gusto Slow Food.
Si scende in Toscana con due produzioni locali: la Bella di Pistoia. Perfettamente tondeggiante, grossa, di colore rosso scuro, e dal sapore intenso. In altre parole: irresistibile. Sulle colline pisane matura invece la ciliegia di Lari, bel borgo medievale con una secolare tradizione nella coltivazione di questo frutto dolcissimo. Una manciata di produttori, ma qualità elevata. La Campania è una regione ricca di ciliegie: si va dall'antica Ardecca, la ciliegia di Marano, in provincia di Napoli, alla Sciazza di Siano in provincia di Salerno, dal gusto bilanciato e la polpa molto soda. Abbiamo poi la ciliegia del Monte Somma dove cresce questa prelibatezza da tavola dal colore rosso scarlatto e la polpa giallina, e la Malizia, altra varietà campana, quasi violacea e piacevolmente più aspra.
Ultime due tappe del viaggio delle ciliegie: la prima in Puglia, a Turi, dove si produce una varietà incredibilmente buona: la Ferrovia (sì, un tempo cresceva lungo i binari del treno!) succosa, intensa e adatta a qualsiasi piatto. L'ultima ciliegia, almeno a livello geografico, ci porta sulle pendici dell'Etna dove troviamo la DOP Mastrantonio dell’Etna, piacevole e godereccia.
Ecco perché le ciliegie fanno bene
Come sceglierle al momento dell'acquisto e come si conservano
In cucina: le ciliegie stanno bene con tutto, dall'antipasto al dolce
Ricordate il grande classico dei risotti estivi anni 80 con le fragole? Bene, basta sostituire il frutto, sfumare con un vino rosso come il Lambrusco anziché lo Champagne, e il risotto con le ciliegie è servito. Sui secondi via libera ad accostamenti interessanti, dalla carne al pesce: in riduzione glassate con carne di maiale e selvaggina, passate in padella accanto al polpo arrosto, o tagliate a minuscoli dadini in una tartare di gamberi crudi, ombrina o branzino.
Ciliegie in piatti gourmet
Concludiamo in gelateria da Ciacco Lab, dove lo scienziato gelatiere Stefano Guizzetti ha creato un Sorbetto al Riso Nero, Amarene di Modena e Rose: un omaggio ai frutteti di campagna, grazie al sapore delle amarene un po’ acidule e dello sciroppo di rosa. Il riso viene idratato e poi frullato, fino a una consistenza spumosa e morbidissima dal profumo aromatico. Da aggiungere al cono, perle di gelatina alla Bonarda.
Storia e curiosità sulle ciliegie
Un frutto, la ciliegia, che non è solo apprezzato da chef e pasticceri ma anche da registi e cantautori. Nel film drammatico Il sapore della ciliegia del 1997 scritto, diretto e prodotto da Abbas Kiarostami vincitore della Palma d'oro al 50° Festival di Cannes, il finale gira attorno al sapore dolce e consolatorio delle ciliegie (chi l'ha già visto saprà il motivo). Al nuovo gusto di ciliegia è invece il titolo della miniserie horror Netflix tratta dall’omonimo romanzo di Todd Grimson. E visto che una tira l'altra, che si accompagni questa dolce mangiata con una colonna sonora a tema. Dalla playlist si può spaziare: dal dream-pop dei Beach House con l'album Depression Cherry al brano Cherry di Harry Styles.