Come cucinare l’aglio: proprietà, usi, ricette e curiosità
Vi spieghiamo come cucinare l’aglio: un’esplosione di gusto e un prezioso alleato del nostro benessere
Facile da coltivare e piuttosto resistente al freddo, l’aglio cresce ovunque e per tutto l’anno. Amato per il suo sapore deciso, che però all’occorrenza può diventare incredibilmente delicato, è anche un vero e proprio toccasana per la salute. Andiamo a conoscerlo più da vicino!
Cos’è l’aglio?
L’aglio è ricco di allicina, il composto solforato che gli dà il suo caratteristico aroma pungente. Inoltre, contiene magnesio, calcio, fosforo e ferro.
L’aglio fa bene!
Si fa presto a dire aglio
In Italia il più diffuso è l’aglio bianco, soprattutto quello piacentino (sodo e piccante, è detto il “re dell’aglio” per la sua ottima resa), ma meritano una menzione anche l’aglio bianco napoletano (quello che, raccolto in folcloristiche trecce, appare in tante cartoline del capoluogo campano); quelli del Piemonte, per esempio l’aglio di Caraglio; l’aglio di Vessalico, in Liguria. Un caso a parte è l’aglione della Val di Chiana, che dà bulbi enormi ma dal gusto tenue: assaggiate i pici all’aglione, non ve ne pentirete.
Fra i rossi, ottimo quello di Sulmona: spicchi piccoli, aroma intenso, gusto deciso. O quello di Nubia, ingrediente fondamentale del pesto alla trapanese; o ancora quello maremmano, che invece dà il meglio sulle bruschette.
L’aglio rosa è il più facilmente abbinabile, perché il suo gusto delicato e aromatico non prevarica quello degli altri ingredienti. L’aglio rosa di Nicastro, insieme a qualche peperoncino o a una bella manciata di mollica tostata, è ottimo sulla pasta, meglio se spaghetti. Tipico invece del centro-nord, il rosa Primaticcio si sposa bene con le verdure.
E l’aglio nero? È sempre aglio bianco, ma fermentato. Inventato in oriente qualche decina di anni fa (pare), il procedimento è ormai stabilmente arrivato in Italia e sta dando ottimi risultati con le varietà nostrane. L’aglio nero ha un gusto sapido e maturo, ma al contempo è digeribile e leggero, e quindi adatto a tutti.
Come scegliere l’aglio
Per quanto riguarda l’olfatto, evitate i bulbi che sanno di chiuso o di muffa. Inoltre, ricordate che l’allicina si sprigiona solo quando gli spicchi vengono danneggiati, tagliati o spremuti: il bulbo intero deve essere inodore e non rilasciare aromi intensi.
A casa, l’aglio si conserva in luoghi freschi e secchi, meglio se al buio e in contenitori traspiranti.
Come si usa l’aglio?
Per esempio, gli spicchi si possono mettere in padella, dopo averli leggermente schiacciati, ancora con la buccia: è l’aglio in camicia, metodo che consente di ottenere un profumo delicato e non troppo invasivo. Più deciso sarà il gusto rilasciato dallo spicchio senza buccia, che può essere tolto a un certo punto della cottura o, invece, lasciato nel piatto.
Se volete tritare l’aglio per un soffritto, o spremerlo per una salsa, o ancora ridurlo a lamelle per decorare un piatto, ricordate di eliminare l’anima, ossia il germoglio interno, che è la parte meno digeribile.
Gli spicchi d’aglio interi possono essere marinati con erbe, aceto e vino e quindi conservati in un barattolo a chiusura ermetica: così trattati perdono la loro asprezza e diventano quasi dolci, ideali per essere stuzzicati durante un aperitivo. Cotti nel latte o al forno, in un cartoccio, possono invece venire ridotti in purea e usati per aromatizzare salse, risotti, zuppe e così via.
In ogni caso, un piccolo consiglio: per eliminare l’aroma persistente che l’aglio può lasciare in bocca, potete mangiare un paio di chicchi di caffè o semi di finocchio, o ancora una mela, oppure bere un bicchiere di latte intero.
L’aglio è servito
Spesso presente in salse (pensate all’aiè ligure, una sorta di maionese all’aglio simile all’aïoli della Provenza) e bruschette, l’aglio può essere abbinato con olio e prezzemolo per ottenere un condimento che esalta i sapori più delicati: patate, vongole, calamari, carni bianche, verdure lessate.
I piatti a base d’aglio spopolano comunque anche all’estero. Ve ne consigliamo almeno due: lo tzatziki, salsa greca a base di yogurt e cetrioli, e i falafel, speziate polpettine di ceci tipiche del Medio Oriente.
L’aglio nei piatti degli chef
Spaghetti e aglio (normale e orsino, ossia selvatico, di cui oltre ai bulbi si usano foglie, fiori, semi) anche per la chef Antonia Klugmann, che però vi abbina un sugo di pomodori e fragole. Un concentrato di aromi, dolce ma con una punta d’acido, vivacizzato dal profumo fresco dell’aglio orsino.
Anche l’aglio nero è sempre più presente nelle cucine degli chef, e il riminese Daniele Succi ne propone un’interessante interpretazione, visiva e gustativa, nel piatto che ha intitolato Yin & Yang: capesante cotte e crude con spuma di topinambur, aglio nero e acetosella.
Moreno Cedroni, due stelle Michelin alla Madonnina del Pescatore di Senigallia, ammette che l’aglio nero è diventato «l’ingrediente di cui non posso più fare a meno». Lo usa per condire uno dei suoi piatti più amati: pluma di maiale iberico, salsa di finocchio e arancia candita, crescione, finocchio e… cioccolato.
Se l’abbinamento vi sembrasse azzardato, dovreste assaggiare le praline all’aglio nero del pasticciere Ernst Knam. Che racconta: «Se un cliente sente parlare di aglio nero si ferma e si spaventa, quando in realtà la fermentazione gli fornisce un aroma quasi fruttato e perfetto con i dolci. I clienti che sono andati oltre l’apparenza hanno apprezzato e sono diventati i primi fan, dopo di me, di questo ingrediente».
Curiosità
Nelle credenze popolari, l’aglio è il miglior antidoto contro streghe e vampiri – forse perché, essendo un noto antiparassitario, si pensava che potesse sconfiggere tutte le creature indesiderate, comprese quelle mostruose. Usato anche come amuleto contro sfortuna e malocchio, in alcune zone d’Italia si credeva che comprarne anche solo uno spicchio nella notte di San Giovanni (fra 23 e 24 giugno) salvasse dalla povertà.