Come cucinare i carciofi: proprietà, usi, ricette e curiosità
Vi raccontiamo come utilizzare in cucina un ortaggio disponibile in inverno e in primavera. Pregiato e molto diffuso in Italia dove se ne coltivano delle eccellenze, quando portato in tavola diventa subito protagonista.
Viaggio a caccia di carciofi: le varietà in Italia
Scendiamo lungo il litorale livornese ed ecco spuntare il Carciofo Violetto di Toscana e della Val di Cornia, dal cuore tenero, per arrivare alla patria del carciofo fritto: il Lazio. Qui nasce il Carciofo romanesco o di Ladispoli, noto ai consumatori come mammola: è una Igp dalle dimensioni importanti, senza spina, facile da pulire e cucinare, e con le foglie super tenere e delicate. Come si gusta? Alla romanesca: fritta!
Si sbarca sulle isole. In Sicilia, maggior produttore italiano di carciofi, troviamo il Carciofo violetto in ogni zona: catanese, ramacchese, gagliardo, niscemese, siracusano, di Lentini e della Val di Noto. Oltre al violetto c’è anche il Carciofo spinoso di Menfi, molto croccante e coriaceo: non si mangia crudo e richiede tempi lunghi di cottura, ma ha un sapore molto intenso. Chiudiamo il viaggio con il Carciofo spinoso di Sardegna: profumatissimo e dal cuore morbido. Perfetto per un pinzimonio primaverile.
Proprietà nutrizionali
L’organo che beneficia della potenza benefica del carciofo è in primis il fegato. E’ detox, depurativo e detossinante. Mangiandolo migliora la funzionalità epatica, contrastare varie patologie a carico del fegato come epatite, cirrosi ed ittero. Non solo, combatte l’azione dei radicali liberi, riduce il colesterolo cattivo, è diuretico e digestivo (è presente in molti amari da fine pasto. Uno su tutti, famosissimo: il Cynar prodotto dal 1952). I carciofi, tuttavia, non vanno consumati durante l’allattamento o in presenza di calcoli biliari.
Come scegliere, pulire e conservare i carciofi
Ora si passa a pulire i carciofi. Primo step per evitare di ritrovarsi con le mani completamente scure: passare sui palmi ben puliti del limone. Il succo di limone servirà anche per sciacquare i carciofi: andrà messo in una ciotola con dell’acqua, dove andranno tuffati dopo averli mondati, per evitare l’ossidazione. Si staccano le foglie esterne più dure fino ad arrivare al cuore più chiaro e tenero; si eliminano le punte tagliando di netto; e si tiene il gambo sino a 4 cm dalla base del carciofo. A questo punto si mettono in acqua e limone.
A questo punto si possono cucinare utilizzare subito, cotti o crudi (a seconda della varietà) oppure conservarli in frigorifero per 4-5, dopo averli accuratamente asciugati e avvolti in un canovaccio, da riporre in una vaschetta aperta o contenitore senza coperchio (andrà bene anche un sacchetto dei surgelati aperto).
Utilizzo in cucina: consigli pratici
Ottimi anche per preparare risotti primaverili e raffinati o per condire la pasta come i Garganelli ai Carciofi o i Tagliolini Gamberi e Carciofi. Chi preferisce stare light potrà sempre optare per una vellutata, anche tiepida. E perché non trovare un’alternativa vegetale alla classica lasagna alla bolognese della domenica? Provare per credere: la Lasagna carciofi e funghi è leggera e super gustosa. Come contorno, poi, sono perfetti i Carciofi alla Napoletana, con olive di Gaeta, capperi e peperoncino; Carciofi alla Giudia; o la Padella di Carciofi e Patate, per accompagnare secondi di carne, di pesce, o anche tomini alla piastra, e uova al tegame.
Gli abbinamenti (anche con il vino non è impossibile)
Unica insidia? Il giusto vino. Sembra impossibile trovare la bottiglia che riesca a tenere testa al caratteristico sapore amarognolo con retrogusto metallico del carciofo, ma ad esempio un bianco poverissimo di tannini, risulta essere l’unico armonioso. Quindi si stappa un Traminer o un Verdicchio, per andare sul sicuro.
Idee e consigli degli chef
“Una ricetta che ho ideato per valorizzare un ortaggio che amo, il carciofo sardo. In questo caso si valorizzano le mille sfaccettature di questa materia prima: il carciofo viene cotto sottovuoto e poi a vapore, quindi servito in un budino reso croccante in padella e infine a crudo, in un’insalatina condita con limone e menta. A completare il piatto, le alici marinate in un mix di sale, zucchero e pepe di Sichuan, e un gel di bisque di scampi”.
Stravagante l’abbinamento del carciofo per Chef Stefano Sforza di Opera Ingegno e Creatività di Torino. Qui, l’ortaggio è servito con un’animella di vitello al bbq, glassata con un brodo vegetale al tamarindo. Il carciofo viene cotto in carpione, conservato sott’olio e servito su una crema di tamarindo.
Anche in Puglia i carciofi sono i protagonisti della primavera (consumati prevalentemente crudi o sott’olio). Una tradizione che trova spazio nella proposta gastronomica di Antonella Ricci e Vinod Sookar chef di Ricci Osteria, un angolo pugliese a Milano, dove questo ortaggio si presenta in diverse forme: crema e chips, per giocare con il palato. Lo Sformatino con consistenze di carciofi al profumo di menta, è parecchio comfort e da replicare a casa, come suggeriscono gli chef.
Ecco la ricetta:
"Sbollentare i carciofi a spicchi compresi di gambi ben puliti, passare in acqua e ghiaccio. Tagliare a julienne sottile un altro carciofo e friggere in olio evo, scolare, salare, pepare e mettere da parte. Frullare i gambi dei carciofi con un filo d'olio e aggiustare sale e pepe.
Tenere la crema ottenuta in caldo. Imburrare e foderare 4 stampi di alluminio con delle fette di pane. Scolare i carciofi, tritarli grossolanamente, condirli con sale, pepe e menta e infine mettere un cucchiaio di questo composto in ogni stampino foderato chiudendolo con una fetta di pane come coperchio.
Preparare un composto con uova, Parmigiano, sale, pepe, noce moscata, latte e panna, e poi con l'aiuto di un mestolo irrorare gli stampi fino a ricoprirli interamente.
Cuocere in forno a 180° per circa 15/18 fino a doratura. Servire con la crema e le chips croccanti di carciofo, decorare con la menta, e questo trionfo di carciofi è servito.”
Cenni storici e curiosità
Un ortaggio mitologico, il carciofo. Si narra che la ninfa Cynara ebbe il coraggio di rifiutare niente meno che Zeus. Il re dell’Olimpo non deve averla presa molto bene, e quindi l’ha trasformata in carciofo verde e spinoso (ma dal cuore tenero!). Persino Pablo Neruda nel 1954 l’ha reso protagonista di una poesia: l’Oda a la Alcachofa (l’Ode al Carciofo). Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero, ispida edificò una piccola cupola, si mantenne all’asciutto sotto le sue squame. Un carciofo da Nobel, insomma.