Alla scoperta di Nonino, le signore della grappa
Vi raccontiamo la storia dell'azienda friulana, diventata ambasciatrice della grappa italiana nel mondo, tra sogni, un pizzico di follia, tenacia e una forza tutta al femminile
Partiamo allora dall’ultimo traguardo dei Nonino per ripercorrere una storia lunga più di 100 anni: il 27 gennaio 2020 Grappa Nonino è stata insignita a San Francisco del Wine Enthusiast Wine Star Awards, il più importante premio internazionale di Wine&Spirits, che l’ha nominata Migliore Distilleria del Mondo 2019. Nonino è la prima distilleria italiana a ottenere questo riconoscimento. Un premio che si inserisce nella storia di una famiglia che affonda le sue radici nel 1897: un’azienda di "grappaiole" che da Percoto, piccolo paese del Friuli, ha costruito ed esportato con entusiasmo una realtà unica in tutto il mondo, arrivando sui tavoli dei più rinomati ristoranti. All’inizio ci credevano in pochi, ma la perseveranza non è mai mancata.
Gli inizi di una storia unica e italiana
C’è un incontro fortunato, e un grande amore, all’origine della famiglia Nonino e anche un’ostinata voglia di non dimenticare le radici guardando avanti. L’amore è quello di Giannola che si fa travolgere non solo del tenebroso Benito, ma anche dal suo mestiere e dalla sua eredità familiare. Quell’arte della distillazione della grappa è infatti una folgorazione per la giovane friulana, che impara a farsi accettare dalla suocera Silvia, rimasta vedova in periodo di guerra ed erede della distilleria. Una donna dura ma anche saggia che le insegna molto, nonostante le difficoltà.
Le radici della famiglia risalgono al 1897, quando il capostipite Orazio Nonino stabilisce a Ronchi di Percoto (in provincia di Udine) la sede della propria distilleria esistita fino ad allora sotto forma di alambicco itinerante montato su ruote. Si racconta che Orazio, con il suo carretto, andasse di casa in casa a distillare la vinaccia, i resti del vino lasciati ai contadini che lavoravano terra e vigne dei padroni. Orazio si faceva pagare con una parte della grappa ottenuta, le cosiddette mondure.
L'intuizione vincente
Giannola, tenace giovane sposa di Benito Nonino, erede di un’antica famiglia di distillatori, fin da subito non è d’accordo con quell’immagine antica. Non si capacita del fatto che quando porta la sua ottima grappa alle cene della buona società friulana i padroni di casa storcono il naso e quella grappa finisce in cucina, anziché sul tavolo dei commensali a fine cena. Giannola sa che è anche una questione d’immagine e da lì parte. Con un obiettivo e una missione, quasi impossibile: trasformare la grappa da Cenerentola a Regina delle Acqueviti! In una parola nobilitarla al pari di un distillato considerato elegante, come cognac e whisky.
Per Nonino inizia una rivoluzione lenta, piena di ostacoli, lunga 10 anni di lotte contro burocrazia e distillatori. Il 27 Novembre 1984 una nuova svolta: i Nonino distillano l’uva intera, creando l’acquavite d’uva e il 15 Novembre 1989 impiantano a Buttrio, in Friuli, 41 ettari di vigneto sperimentale con uve Fragolino, Merlot, Moscato, Picolit, Ribolla Gialla e Schioppettino. Queste uve saranno utilizzate per produrre grappa e acquavite d’uva.
Un marketing spontaneo
L’idea vincente raccontata dalla stessa Giannola? “Racchiudere il nettare in una raffinatissima ampolla di vetro soffiato, quasi una reliquia, con un packaging allora rivoluzionario, completo di etichette millesimate, da me sottoscritte manualmente una per una. In questo modo la presentazione faceva subito intuire, al primo sguardo, l’unicità e la preziosità della grappa contenuta all’interno. Decisi di condividere l’orgoglio di questa nostra doppia scoperta – qualità e immagine – con le persone che allora per me erano dei miti, da Gianni Agnelli a Sandro Pertini, da Eugenio Scalfari a Indro Montanelli, da Marcello Mastroianni a Sean Connery e tanti altri ancora. Se convincevo loro, loro mi avrebbero aiutato a convincere tutti gli altri”.
La Grappa Monovitigno Picolit Nonino iniziò così il suo giro del mondo, diventando uno “status symbol”, tanto che Wine Spectator, considerata la Bibbia dell’enologia, nel numero di Dicembre 2000 apre il servizio dedicato alle acqueviti del mondo con la Grappa Monovitigno Picolit Nonino a piena pagina, invitando a brindare al terzo millennio con questa superba acquavite.
...Per decenni la Grappa è stata poco più che una forma tascabile di riscaldamento per i contadini del Nord Italia...Gli italiani più ‘in’ e la maggior parte degli stranieri la disdegnavano. Ma tutto questo accadeva prima che i Nonino di Percoto salissero alla ribalta...
R.W. Apple Jr., New York Times, 31 Dicembre 1997
Un'azienda e una famiglia al femminile
Pensate che già in quell’ormai famoso 1 dicembre 1973, quando nasce la Grappa Monovitigno (marchio Nonino registrato), la componente femminile fu determinante: sono infatti le mogli dei contadini, che lavorano per i Nonino, a separare le vinacce Picolit dal resto; quell'attività, mai fatta prima, era ritenuta una faticosa scocciatura dai mariti, abituati a distillare le buccia d'uva senza alcuna distinzione. Per convincere le donne a diventare sue alleate, infatti, Giannola Nonino offre loro una paga maggiorata del 100%: invece di 2.500 lire al quintale la signora della grappa sborsa 2.500 lire al chilo: un'opportunità di riscatto e indipendenza economica inconsueta per quei tempi.
Qualcosa di più di una grappa. Il Premio Nonino
Fu subito chiaro che dopo il successo del monovitigno Picolit, la distillazione di vinacce selezionate doveva continuare con altri vitigni autoctoni friulani ma ufficialmente non esistevano più. O meglio, come racconta Giannola Nonino, quei vitigni non erano inseriti nell’albo comunitario delle varietà viticole coltivate in Friuli.
Con il sostegno di Gino Veronelli, maestro indiscusso dell’enogastromia, il 29 Novembre 1975 Giannola e Benito creano quindi il Premio Nonino Risit d’Aur - Barbatella d’oro. Lo scopo? Stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione e ottenere l’autorizzazione Ministeriale al reimpianto di Schioppettino, Pignolo e Ribolla Gialla. In palio: un milione di lire a coloro che avessero messo a dimora una o più di queste varietà. Dopo qualche anno e i primi ostacoli, prontamente aggirati dalla tenace Giannola, quel premio tecnico-scientifico divenne un premio letterario, nato per sottolineare la permanente attualità della civiltà contadina.
I premiati celebri
E ancora, Hans Jonas, Raymond Klibansky, Rigoberta Menchù, che cinque anni dopo il Premio Nonino riceverà il Nobel per la Pace. Seguiranno, fra gli altri, nel 1993 V.S. Naipaul, dal 2001 Premio Nobel per la Letteratura, e Claudio Abbado, Premio Nonino 2005, che disse:
“Il fatto che la famiglia Nonino abbia creato un premio letterario è un’idea davvero romantica. L’alcol non è mai stato semplicemente un liquido, l’alcol è sempre stato un simbolo culturale. A cominciare dalla Bibbia, l’alcol ha stabilito uno stretto legame con la religione e la cultura. Una nazione capace di offrire alla gente del buon vino, deve essere una grande nazione. Una Famiglia capace di distillare un’ottima Grappa dal gusto unico, deve essere una Famiglia intelligente.
Questo premio ha un significato che va al di là dell’ambito letterario, può suscitare nella gente la nostalgia della cultura contadina antica e il riconoscimento del suo valore, può far sì che ci si dia da fare per proteggere il più possibile le antiche tradizioni preziose nel montare della marea modernizzatrice, conferendo ricchezza e colore alla nostra vita.”
Il successo e i riconoscimenti
Di riconoscimenti ce ne sono stati molti. Ne citiamo alcuni:
10 Dicembre 2019 - Giannola, Cristina, Antonella, Elisabetta e Francesca Nonino si aggiudicano il Premio Donne per il Made in Italy, assegnato a Roma presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali “per essersi distinte per la capacità di innovare e contribuire in maniera significativa alla crescita dell’economia italiana valorizzando il MADE IN ITALY nel Mondo.”
Gennaio 2017 - La London School of Economics Business Review pubblica il caso-studio realizzato da due eminenti professori di Vienna e di Edimburgo dal titolo - La rivoluzione Nonino da Cenerentola a Regina del mercato” . Uno studio che attesta come “la grappa italiana è riuscita a conseguire l’incredibile passaggio di status dal fondo alla cima della scala di status” per merito dell’incredibile lavoro realizzato dai Nonino.
18 Marzo 2017 - Nonino è Spirit Entrepreneur of the Year e riceve il Premio Meininger Award Excellence in wine&spirit. È la prima volta che il Premio viene assegnato ad un’azienda di Grappa.
Febbraio 2015 - Per la prima volta la Grappa viene esibita nella vetrina londinese di Harrods, l’icona mondiale del lusso, assieme ai più pregiati distillati del mondo, dove rappresenta l’eccellenza italiana con l’invito a un’esperienza sensoriale a cui è impossibile resistere.
9 Ottobre 2003 - La Triennale di Milano, in occasione dei trent’anni del Monovitigno Nonino, dedica la mostra antologica Storia di una Passione, alla Famiglia Nonino.
4 Dicembre 2003 - Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, consegna a Giannola e Benito Nonino il prestigioso Premio Leonardo Qualità Italia per la “Qualità assoluta, la Ricerca e l’Innovazione”.
I prodotti di ieri, oggi e domani
Il metodo di produzione Nonino è rimasto fedele alla tradizione 100% artigiana: cinque distillerie, ciascuna con 12 alambicchi discontinui a vapore in rame. Le grappe e le acquaviti di frutta seguono un invecchiamento naturale in barriques e piccole botti sotto sigillo e sorveglianza permanente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei 7 magazzini invecchiamento grappa delle Distillerie Nonino e vengono imbottigliate senza aggiunta di coloranti.
Tra i nuovi prodotti, nati nel 2017, ci sono i cocktail a base di grappa, realizzati in collaborazione con lo chef Davide Oldani, studiati in abbinamento a bocconi gastronomici, ideali all’orario dell’aperitivo.
Tra idee e novità in un mondo in continua evoluzione, la storia di una passione continua a rinnovarsi e a guardare avanti.
Giannola Nonino