Bodrato, vi raccontiamo la fabbrica di cioccolato di Novi Ligure che fa i boeri dal 1943
Una storia di artigianalità italiana che cresce piano piano grazie alla visione di due fratelli piemontesi spinti da una forza innovativa in grado di conciliare le pregiate ricette di un tempo. Ecco come un piccolo laboratorio è diventato un’azienda dolciaria di valore.
Infatti, se tutto o quasi è iniziato da un boero, il cioccolatino ripieno di una ciliegia intera, da sempre prodotto di punta della Bodrato, oggi l'azienda, con 30 dipendenti a maggioranza femminile, conta circa 360 prodotti, distribuiti da rivenditori attentamente selezionati in tutta Italia. Un 20% va nei mercati esteri, una trentina di nazioni, dagli Stati Uniti alla Russia, dal Giappone fino al Medio Oriente e al Sud America.
"I nostri boeri, che in Piemonte chiamano preferiti sono qualcosa di più di semplici cioccolatini", continua Bergaglio. La Bodrato segue infatti la ricetta storica artigianale che prevede un lungo procedimento portato avanti ancora oggi, grazie a una manodopera specializzata. Si tratta di una ciliegia immersa per diversi mesi in una miscela di grappa e alcol perché acquisisca una certa alcolicità, dopo questo tempo di permanenza la ciliegia viene ricoperta da uno strato di zucchero fondente (preparazione di base della pasticceria, ideale per glassare) e diversi strati di cioccolato. La versione originale prevede la ciliegia con nocciolo ma anche quella senza nocciolo è molto presente in quanto molto richiesta dal mercato estero, così come in Italia.
Dagli inizi a una crescita graduale puntando in alto
Nel 2001 avviene la svolta: Fabio, insieme alla sorella Paola, compra la fabbrica di cioccolato dell'infanzia: "Il signor Bodrato voleva andare in pensione, io studente ventiseienne di Scienze Politiche a Pavia, insieme a mia sorella, che arrivava dal campo turistico, colsi al volo quel piano b, buttandomi a capofitto in un'avventura che ci attraeva moltissimo, tra incoscienza e istinto. A posteriori posso dire che quello era il momento giusto, c’era spazio di crescita in un mercato in cambiamento e la necessità di una grande energia che noi avevamo anche se inesperti".
Una crescita non repentina, costruita su basi solide, senza esagerare ma senza stare mai fermi. Nel 2014 arriva poi il passo che ha segnato un vero cambio di marcia, un grande boccata di ossigeno che coincide con una nuova e definitiva sede a Novi Ligure, in uno spazio dotato di un moderno laboratorio di 2500 metri quadri che, nel rispetto degli elevatissimi standard qualitativi di produzione, è totalmente ecosostenibile grazie ai pannelli fotovoltaici, gli scambiatori di calore e l’isolamento termico. Avanzate tecnologie che consentono al laboratorio di risparmiare energia e azzerare le emissioni di CO2 nell’ambiente. "Grossi investimenti, anche in macchinari, hanno fatto sì che il fatturato sia quasi triplicato negli ultimi 5 anni", dichiara soddisfatto Fabio Bergaglio, fiero di questa realtà su misura.
Come si fa oggi il cioccolato Bodrato
Dal 2016 Bodrato si occupa di tutta la catena produttiva, ad eccezione dell’essiccazione e fermentazione delle fave di cacao, fasi che avvengono in loco a distanza di poche ore dalla raccolta. Partendo quindi dalla tostatura, l’azienda è tra le poche italiane “from bean to bar", cioè produce dalla fava alla tavoletta, dalla trasformazione delle fave in massa di cacao si arriva alla tavoletta finita; in precedenza Bodrato acquistava masse già pronte, principalmente di varietà Criollo, da altre aziende; negli ultimi anni grazie a un reparto dedicato alla torrefazione c'è un controllo su tutta la linea che prevede ulteriori fasi come macinazione e raffinazione, concaggio, temperaggio fino al tradizionale confezionamento a mano dei vari prodotti.
L'importanza del controllo della filiera e della materia prima
Per Bodrato è inoltre importante il concetto di territorialità delle altre materie prime usate, quali spezie, scorze o frutta secca, che provengono sempre da produzioni controllate: la Nocciola Piemonte IGP, il caffè di Huehuetenango (presidio Slow Food), la menta di Pancalieri, il tè Matcha giapponese fino alla Bella di Garbagna, la ciliegia presidio Slow Food usata per i boeri.
Il territorio di un distretto dolciario da rilanciare
A Novi Ligure, dove il cioccolato è tradizione, anche se forse un po’ offuscata, si spera di tornare agli antichi splendori: ci sono infatti due grandi realtà storiche, come l'italiana Novi e Pernigotti, di proprietà turca dal luglio 2013. E non mancano altre aziende di lavorazione del cioccolato, come la Gambarotta o la Suissa a Serravalle.
E chissà che l'arrivo della Bodrato, felice del cambio di residenza, non porti novità, come suggerisce cautamente Bergaglio: "Essere a Novi Ligure è uno stimolo in più a fare bene ma significa anche essere in un luogo adatto per trovare manodopera specializzata e altri servizi importanti per un’azienda. Lo stesso comune cittadino ha fortemente voluto la nostra presenza per incrementare il polo dolciario e chissà che in futuro, unendo le forze, non si possa creare un vero e proprio distretto che punti su un’offerta turistica ben ragionata. Che potrebbe partire proprio da un Museo del Cioccolato, in primissima fase di studio".
La passione tra sfide, compromessi e supporter
Una passione nata proprio nel negozio di alimentari di proprietà dei genitori, in cui si rivendeva il cioccolato Bodrato. Tra nonni agricoltori e amici appassionati di vino, l’amore per il buon cibo scorre nelle vene di entrambi.
Ci sono state molte sfide negli anni ma l’obiettivo era sempre quello di puntare sulla qualità e farsi conoscere per un prodotto buono e bello, presente nei migliori punti vendita e presentato nel miglior modo possibile.
"Grande materia prima e immagine piacevole e riconoscibile sono due binari su cui ci siamo mossi e ci muoveremo, magari anche a discapito di volumi grossi o fatturato", sottolinea Fabio Bergaglio, che condivide con noi qualche riflessione sull'avventura intrapresa 20 anni fa.
Lavorare sulla fascia medio-alta e su un posizionamento selezionato è stato lungimirante: "I primi anni siamo partiti io, mia sorella e circa 10 persone stagionali, le stesse che lavoravano con il signor Bodrato. Una memoria storica che ci ha seguito. Fino a poco tempo fa c'era in azienda la stessa signora che ha fatto i boeri per 20 anni".
La difficoltà più grande? "Nel 2014, anno di svolta, ci siamo lanciati nel nuovo attuale stabilimento. Un sacrificio economico che ci ha ripagato: 24.000 metri quadrati davanti ai quali sono passato in auto per anni, sognando quasi di nascosto quel miraggio".
Un lavoro di costanza e di squadra: "Un percorso impegnativo graduale supportato dai nostri genitori, dai collaboratori che hanno formato una squadra e poi ci sono state le banche che ci hanno dato fiducia 20 anni fa con un bel mutuo".
"Siamo artigiani a cui piace sperimentare"
Cioccolato finissimo, fondente, al latte o bianco, abbinato a ingredienti di prima scelta come la Nocciola Piemonte IGP insieme al frutto alkekengi, la mora e il sale di Maldon, oppure ancora cannella e frutti rossi.
Una ricerca continua, stimolata dalle fiere di settore, di cui Fabio si occupa in prima persona con un ristretto gruppo di collaboratori: "Il cioccolato è un prodotto che lascia spazio alla creatività, si può interpretare sotto tanti aspetti. Il momento più ludico è senza dubbio quello dell'abbinamento con ingredienti divertenti. Un gioco che si traduce in una tavoletta di cioccolata o in un cioccolatino. Si dà spazio alla propria inventiva come uno chef fa con un piatto. La parte più stimolante è proprio il momento di ricerca e sviluppo fatto di intuizioni, prove e assaggi".
I prodotti tra distribuzione premium e novità
E non parliamo più solo di boeri o uova di Pasqua ma anche di gianduiotti, creme, cremini, nocciolati, cioccolatini ripieni, tavolette, tartufi. Grandi classici e golose innovazioni contemporanee presentate con il "vestito" migliore possibile: confezioni di lusso riconoscibili grazie al colore rosso abbinato con cromie scure, bronzo, nero o pois colorati.
Il più amato, insieme allo storico boero, è il cremino al sale di Maldon. Tra le novità, risultato di investimenti e ricerca, c'è il bodratino: un tartufo sferico con una tripla consistenza di cioccolato, con un cuore morbido, un secondo strato semimorbido e un guscio croccante. "Vorremmo diventasse un prodotto iconico", conclude Fabio Bergaglio, con lo sguardo già proteso verso il prodotto del domani, che però non si dimentica del boero del 1943.