Cos'è (e quanto è sicura) la dieta Sirt, che ha fatto perdere 30 kg alla cantante Adele

Come ha fatto Adele a perdere peso in un anno? Sarebbe tutto merito della dieta Sirt. Ecco di cosa si tratta.

Qualcuno la conosceva già, ma il vero picco di popolarità è arrivato lo scorso 6 maggio, quando la cantante Adele ha pubblicato su Instagram la sua prima foto del 2020, per festeggiare il compleanno e mostrarsi ai fan dimagrita in modo impressionante.

Al di là delle inevitabili polemiche sull’importanza dell’aspetto fisico, sul fatto che lei abbia o meno “tradito la causa”, sulle ragioni che l’hanno spinta a farlo (la spiegazione è che l’avrebbe fatto per “i miei figli e per la salute”), è stato un successo incredibile: oltre 11,5 milioni di “like” (che sono tantissimi anche per una come lei) e 250 mila commenti. Che se non erano per farle i complimenti o per polemizzare, erano per chiederle come avesse fatto.

Già: come ha fatto Adele a perdere più o meno 30 chilogrammi in un anno? Sarebbe tutto merito della dieta Sirt, seguita pure da Pippa Middleton, la sorella della principessa Kate, che grazie a questo regime alimentare sarebbe dimagrita di oltre 3 kg in una settimana. L’idea è di due nutrizionisti inglesi, Aidan Goggins e Glen Matten, che ovviamente la spiegano (poco) online e (molto di più) in un vendutissimo libro, in circolazione da un paio d’anni: si chiama così perché si basa sulle sirtuine, proteine che sarebbero capaci di regolare il metabolismo e anche influenzare l’invecchiamento cellulare.

Prima parte e seconda parte, le differenze

La dieta, divisa in 2 fasi da tre settimane complessive, si basa appunto sui “cibi Sirt”, ricchi di sirtuine: secondo quanto spiegato da Goggins e Matten, nella prima settimana si assumono circa 1000/1500 calorie al giorno, alimentandosi prevalentemente con succhi verdi e pochi cibi solidi; nelle seconde due settimane, meno attenzione alle calorie assunte, ma molta attenzione sul fatto che arrivino solo da “cibi Sirt”. Che sono, fra l’altro, agrumi, caffè, capperi, cavolo, cioccolato fondente, fragole, mirtilli, soia, tè verde e vino rosso.

Però ci sono alcuni “però”, ovviamente: al di là delle dichiarazioni dei personaggi famosi, sull’efficacia di questo regime alimentare non ci sono abbastanza evidenze scientifiche, nel senso che pure gli studi citati dai due autori si basano su campioni di persone troppo esigui per essere affidabili. Poi c’è il fatto che fra gli alimenti approvati ci sono il cioccolato, notoriamente ipercalorico e ricco di zuccheri, e soprattutto il vino rosso, anche lui zuccherato, a base alcolica e pure cancerogeno (lo dice l’Oms): entrambi, se consumati in dosi eccessive, rischiano di diventare dannosi invece che benefici.

Infine, c’è la questione che molti “cibi Sirt” sono già compresi in qualsiasi dieta vegetariana o vegana, dunque per ottenere questi benefici effetti non ci sarebbe bisogno di scomodare Goggins e Matten. E nemmeno di iniziare a seguire una dieta così severa (soprattutto all’inizio), che richiede parecchia forza di volontà per essere rispettata.

Va bene oppure no? Dipende...

E comunque il punto è sempre lo stesso, valido per tutti i regimi alimentari, a maggior ragione per quelli super ipocalorici come quello proposto dalla dieta Sirt: non si può decidere di seguirli così, dal niente, da soli, sfogliando un libro comprato su Amazon, senza confrontarsi con un medico; non si può escludere che gran parte degli obiettivi raggiunti dalle persone siano dovuti (anche) a una predisposizione genetica di queste stesse persone.

Soprattutto, serve ricordarsi che queste cose non funzionano da sole: puoi mangiare tutti i “cibi Sirt” che vuoi, ma se passi 15-18 ore al giorno sul divano a guardare Netflix, difficilmente vedrai risultati...

Emanuele Capone si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova, è nella redazione Web del Secolo XIX e scrive di alimentazione, tecnologia, mobilità e cultura pop.


Illustrazione di Davide Abbati.

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