Il dottor Scotti compra il riso Venere: “Lo faremo conoscere nel mondo”
La storica azienda italiana ha ottenuto i diritti esclusivi per l’utilizzo e la vendita del celebre riso nero: “Vogliamo trasformarlo in una star internazionale”, ci hanno detto da Pavia
Dario Scotti, presidente dell’azienda che la sua famiglia ha fondato nel 1860, è uno che decisamente lo conosce bene: “È un prodotto dal valore particolare, che in un certo senso è arrivato al successo con il passaparola”, ci ha detto. Il merito è anche del “grandissimo lavoro in termini di cultura e informazione” fatto da chi lo ha creato e “noi siamo orgogliosi di raccogliere un testimone così importante e portarlo nel mondo”. In che senso, “noi”? Che c’entra la Riso Scotti con il riso Venere? C’entra perché l’azienda di Pavia si è comprata i diritti per il suo utilizzo esclusivo, in Italia e altrove: lo ha fatto siglando un accordo con la cooperativa SaPiSe, che ha inventato questo riso nel 1997. Dato tempo agli altri di smaltire le scorte, da gennaio 2022 la Riso Scotti sarà l’unica a poter vendere la varietà Venere. A noi consumatori, ai ristoranti, agli hotel, a tutti e dappertutto.
Più sotto approfondiamo le ragioni di questa operazione, che avrà conseguenze significative sulla diffusione di un’eccellenza alimentare italiana, ma prima ci prendiamo qualche riga per raccontare la storia di questo riso un po’ speciale.
Fra Piemonte e Sardegna, con un pizzico di Oriente
L’idea era quella di impedirne imitazioni, contraffazioni, falsificazioni e di tutelare il marchio, ma di riflesso così viene in qualche modo tutelato anche chi consuma il riso Venere. Come il Cappelli, anche il Venere è un prodotto della terra che è buono e fa pure bene: è ricco di fibre, proteine e sali minerali, di calcio, fosforo e vitamine (B1, B2 e B3), è senza glutine e gli vengono riconosciute capacità antiossidanti grazie alla presenza delle antocianine, pigmenti naturali che si trovano anche nei mirtilli e nell’uva nera. Ed è un prodotto che alla Terra cerca di non fare male: la sua lavorazione è certificata Sai (la sigla sta per Sustainable Agriculture Initiative) e ha un impatto ambientale molto ridotto.
Riso Scotti e il Venere: “Diventerà una star internazionale”
I dettagli economici dell’intesa con SaPiSe non sono stati resi noti, e nemmeno è stato possibile farseli svelare da Gianluca Pesce, direttore commerciale della Riso Scotti, durante la videochiamata che abbiamo fatto con lui: “Non è il caso di parlare di soldi - ci ha detto sorridendo - parliamo piuttosto di quello che vogliamo farne”. Prima, però, parliamo del perché: per quale motivo è stata conclusa questa operazione? “È una cosa cui pensavamo da tempo, perché il riso Venere rappresenta il presente e il futuro dei consumatori”. Cioè? “Oggi il consumatore vuole essere cosmopolita, vuole sognare anche quando sta a tavola, e nel tempo il cosiddetto consumo emozionale ha superato quello tradizionale: andiamo a mangiare sushi, invece della pizza, non solo per il cibo in sé, ma anche per quello che mangiare quel cibo ci comunica e per quello che ci fa provare, perché ci sentiamo trasportati un po’ in Oriente”.
Quanto a che cosa se ne farà la Scotti, Pesce ha in testa un’idea che sembra una versione insieme più romantica e più pragmatica di quella del suo presidente: “Vogliamo dargli un ruolo di primo piano, vogliamo valorizzarlo e farlo diventare una superstar di caratura internazionale”. Insomma, l’idea è che il Venere diventi in qualche modo l’immagine del brand, il suo nuovo volto, lo rappresenti, tanto che l’azienda gli ha creato intorno un’intera linea, per l’uso a casa e nei ristoranti, dalle confezioni da 5-800 grammi alla versione per poke, da quella per il cous cous agli snack, alle gallette di riso. Nero, però.
Dal prossimo anno, per noi consumatori questo sarà l’unico modo di comprarlo: “Il riso grezzo verrà portato a Pavia per essere lavorato e confezionato, e da gennaio 2022 saremo gli unici a poterlo vendere, in Italia e nel resto del mondo - ci ha confermato Pesce - Crediamo che le possibilità di sviluppo anche all’estero siano molto elevate, perché è si adatta a varie cucine: in Germania lo si può abbinare ai wurstel, in Francia al coquillage, negli Stati Uniti alla classica bistecca. È una cosa che con gli altri risi italiani è più difficile fare”.
Riso Scotti, una storia lunga 161 anni
Tutto questo, con un occhio sempre più attento ai concetti di sostenibilità ed economia circolare (cos’è e che c’entra col cibo l’abbiamo spiegato qui), su cui l’azienda lombarda negli ultimi anni ha insistito molto, appunto per fare sì che la produzione del riso sia più efficiente possibile, che non venga sprecata acqua, che si rispetti il lavoro di chi coltiva, che la filiera che lo porta dal campo al piatto sia corta e controllata.
Iniziando e in qualche modo finendo con quella del Venere, che nella gamma avrà un ruolo da protagonista e sarà svelato al mondo durante l’edizione 2021 di Anuga, la fiera alimentare in programma a Colonia dal 9 al 13 ottobre.