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Il menu di Alice Food Academy

Il menu della sfida è definito, viene dalla nostra tradizione gastronomica e sbarca a Nairobi.

"La creatività è l’intelligenza che si diverte" pare abbia detto Albert Einstein e non possiamo che essere d’accordo. Vero è che in cucina alla creatività si accompagnano conoscenza di tecniche e ingredienti, studio di reazioni e combinazioni ed esercizio. È in queste attività che sono ora impegnati gli studenti di Alice Italian Food Academy.

Il menu della sfida è definito, viene dalla nostra tradizione gastronomica e sbarca a Nairobi, fra le mani di questi giovani destinati a diventare i nostri "ambasciatori" riproducendo sapori emiliani o laziali a migliaia di chilometri di distanza dai luoghi d’origine.

Antipasto

Gnocco fritto con affettati

Primo

Bucatini all’Amatriciana

Secondo

Pollo alla cacciatora con purè

Dolce

Crostata al mango

Nella tradizione modenese il gnocco fritto si consuma anche la mattina, per colazione, insieme al caffelatte. Questo non deve stupire: accade la stessa cosa con la focaccia a Genova. La tradizione prevede l’uso dello strutto non solo nell’impasto ma anche per la frittura. Va detto che è ormai diffusa una versione light in cui il gnocco viene fritto nell’olio di semi.

Fino alla fine del '700 l'amatriciana era bianca, senza pomodoro, più simile a una gricia. La prima ricetta codificata compare nel 1927 nel manuale "Il talismano della felicità" di Ada Boni e prevedeva l'utilizzo degli spaghetti conditi con un sugo di guanciale tritato (e non a cubetti) messo a soffriggere nello strutto e nella cipolla, con l'aggiunta di pomodori freschi spellati e abbondante pecorino. E' negli anni 60', con l'evolversi del gusto, che il piatto acquisisce la composizione che conosciamo.

L' amatriciana deve il suo nome al piccolo borgo laziale di Amatrice, culla del guanciale e della famosa ricetta fregiata della De.Co (denominazione comunale) ed è qui che ogni anno si tiene la sagra dedicata a questo simbolo della cucina del terrirorio e della cultura contadina. Nel 2016 però il paesino in provincia di Rieti è stato duramente colpito da un sisma e l'amatriciana è diventata così portatrice di solidarietà e rinascita, oltre che una tra le ricette più cercate su Google.

La paternità del pollo alla cacciatora è contesa tra molte regioni italiane e non è possibile ricondurre questo tipo di preparazione a un unico metodo di cottura. A seconda della zona, infatti, variano gli ingredienti impiegati. Il nome della ricetta deriva dalle erbe aromatiche che condiscono il piatto: si tratta infatti degli stessi ingredienti che i cacciatori impiegavano per insaporire le proprie prede.

Le patate più adatte per il purè sono quelle a polpa bianca o a buccia rossa. Meglio evitare le patate novelle, troppo acquose e ricche di amido. Lo chef Joël Robuchon ha codificato la ricetta per il purè perfetto: per 1 kg di patate (bollite in acqua salata), sono necessari 500 g di burro e 500 g di latte.

La storia delle crostate ha inizio insieme a quella delle torte salate: entrambe nacquero probabilmente come escamotage per riciclare cibi di bassa qualità o poco appetibili, che con il guscio di pasta acquisivano un sapore più gradevole. Solo nel 1500 abbiamo i primi riferimenti a una vera e propria crostata dolce a base di pasta frolla, la cui ricetta andrà via via perfezionandosi fino ad arrivare alla versione attuale.

È quasi tutto pronto.

Allacciate il grembiule ragazzi e che la sfida cominci a colpi di gnocco fritto!

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