Meater è wireless, bluetooth e funziona con un'app.
Storie audaci e visionarie
Le storie che stanno dietro le innovazioni spesso sono audaci e visionarie. Intuizioni brillanti che partono da un bisogno (che a volte si manifesta come un’epifania) e lo trasformano in un’occasione.
Teemu Nivala e Joseph Cruz sono amici. Provengono da contesti culturali apparentemente molto lontani: il primo è finlandese, il secondo americano. Lavorano insieme, in Inghilterra: Joseph si occupa di marketing, Teemu è ingegnere. Hanno entrambi il desiderio di sviluppare un’attività in proprio nell’elettronica di consumo, e ne parlano, probabilmente anche la sera in cui cenano insieme e, da appassionati di BBQ, mettono la carne sulla brace. Ci piacerebbe aggiungere particolari al racconto, la casa, il caldo, gli amici… fatto sta che i due si scordano la carne per un tempo sufficiente a carbonizzarla. La sera si conclude con il delivery, ma è in quel momento che origina l’idea alla base di Meater. Il termometro che controlla la cottura si è fuso sulla carne carbonizzata ed ecco che i due si concentrano su quello che manca: un termometro wireless che controlli e avvisi quando la carne è pronta. Da un inconveniente nasce la svolta sia nelle vite dei due. Sia, ipoteticamente, nelle vite degli altri (almeno degli appassionati di BBQ).
100.000 dollari in 48 ore
Siamo nel 2015. Pochi e insieme un’infinità di anni fa, lo sappiamo. Teemu e Joseph fondano l’azienda e lanciano due campagne crowdfunding su Kickstarter e Indiegogo, per dare inizio alla produzione di massa. L’ obiettivo fissato è 100k dollari, quanto serve per iniziare, lo raggiungono in 48 ore. Dodici mesi dopo il progetto aveva raccolto sulle due piattaforme 2,7 milioni di dollari. Ci siamo, un primato nel crowdfunding settore cucina, lo ‘storytelling’ c’è e la start-up può cominciare la sua corsa.
Il primo prodotto arriva nel 2017, il secondo l’anno successivo. La pandemia non ha fermato i due fondatori che oggi hanno tre sedi: LA, Leicester e Monaco.
Abbiamo voluto provare Meater per 3 ragioni. Come sapete, promuovendo un'alimentazione reducetariana, quando cuciniamo la carne la scegliamo di ottima qualità, vogliamo essere certi che non provenga da allevamenti intensivi. Un buon taglio di carne (ma lo stesso potremmo dire del pesce) merita una cottura che esalti il prodotto, e ne rispetti le qualità. Questo strumento potrebbe consentirci, anche a casa, di raggiungere la cottura desiderata senza doverla indagare, ‘corrompendo' il pezzo.
Poi c’è una questione di un consumo più intelligente e sostenibile. Poca cosa! Direte voi. Possibile, ma di poca cosa in poca cosa, come nel caso della cottura della pasta a fuoco spento, si risparmiano soldi e ambiente, l’ordine sceglietelo pure voi. In ultimo una ragione di palato: mangiare una carne cotta come la vogliamo, né stopposa né cruda, in funzione della ricetta e del taglio è un vero piacere.
Nella nostra cucina la sfida si gioca sul Roast beef, ricetta semplice ma temuta. Partiamo da una lombata anteriore di manzo a temperatura ambiente, sopra i 18° (questo ci permette di velocizzare i tempi e avere una cottura molto più omogenea). Una volta trattata la carne come vi raccontiamo nella ricetta, si inserisce la sonda che si connette allo smartphone o al tablet grazie a un’applicazione, via bluetooth. Sull’applicazione si imposta la cottura, la carne che si sta cucinando, il taglio e la temperatura (che il sistema suggerisce ma si può personalizzare). Nel caso del nostro Roast beef la temperatura che impostiamo è di 52° gradi. Il Roast beef va in forno (disposto su una gratella in modo che quanto rilascia in cottura coli su una teglia posta sul fondo) e il tempo parte.
Quando la carne è pronta il sistema ci avvisa con una notifica. Non serve aprire il forno, controllare, bucherellare (e qui si torna anche al consumo di energia). Non resta che sfornarla (in questo caso) ma Meater ha un suo perché anche in padella e naturalmente sulla griglia del barbecue, servirla e verificarne la resa. Nel nostro caso il Roast beef era perfetto, o meglio, era esattamente quello che ci aspettavamo che fosse. Meater permette di rispettare le temperature di cottura ideali, e su questo potremmo scriverci una monografia: la temperatura che deve raggiungere una spigola è diversa da quella perfetta per servire un risotto o un filetto. È uno strumento che trova applicazione nella ristorazione come nella cucina domestica. Nel primo caso immaginiamo che semplifichi i processi, nel secondo affianca chi non ha tutte le competenze necessarie. Ci abbiamo fatto il pollo e una spigola al sale. Occorre fare attenzione ad inserirlo nel modo giusto. La sonda deve raggiungere la parte più interna, centrale. Nel pollo però il centro corrisponde a un vuoto dunque va collocato tenendo conto delle caratteristiche del prodotto che si sta cuocendo.
Storia di una sera d'estate
Ora, per finire, vorremmo raccontarla noi una storia, con gli amici, a bordo piscina, uno dei primi giorni d’estate... tuttavia, va bene anche un cortile del centro. Buona grigliata estiva a tutti!
Annalisa Musso