Abbiamo visto “Waffles + Mochi”, la serie con Michelle Obama e Bottura che insegna ai bimbi a cucinare

Abbiamo visto in anteprima la nuova serie di Netflix dedicata ai più piccoli e ai loro genitori. Che in 10 puntate scopriranno che i misteri della cucina sono più strani… di “Stranger Things”

Che cosa fanno Michelle Obama, lo chef Massimo Bottura, il cantante Lionel Richie, l’attore Jack Black, un raviolo cinese al vapore (ma di colore rosa) e una ragazzina figlia di uno yeti e di un waffle congelato tutti insieme su Netflix? Sono i protagonisti di “Waffles + Mochi”, una nuova serie in 10 episodi dedicata ai bambini e al loro rapporto con il cibo che la redazione del Cucchiaio ha avuto la possibilità di vedere qualche giorno prima del debutto.

Tutte le puntate sono già disponibili in Italia e ruotano intorno all’ex first lady americana, che gestisce un improbabile supermercato che si trova chissà dove e si occupa di curarne l’orto, e appunto intorno a Waffles e Mochi, due pupazzetti che arrivano dalla Terra dei Surgelati e vorrebbero diventare grandi cuochi. O anche solo distinguere un pomodoro da una mela.

Gli episodi sono divisi per argomento, con i due buffi protagonisti che imparano via via moltissime nozioni interessanti su sale, patate, sottaceti, riso, spezie e molto altro, ogni volta aiutati da diversi esperti, che raggiungeranno volando da una parte all’altra del mondo seduti nel loro Magicarrello. Volando perché “Waffles + Mochi” è una serie per bambini, che però insegnerà qualcosa anche ai grandi, per esempio su che cosa sono davvero i pomodori e come si possono preparare, su come funzionano i funghi e sui molteplici usi delle uova, sull’importanza dell’acqua e del non sprecarla. E anche su quanto sia importante la curiosità in cucina.

Due domande per tre chef (alla corte di Michelle)

Abbiamo avuto la possibilità di incontrare, ovviamente a distanza, tre degli chef coinvolti nella serie (oltre a Bottura, anche la giovane Samin Nosrat e il veterano José Andrés), ed è sostanzialmente questo che ci hanno detto quando gli abbiamo domandato che cosa conti di più in cucina: “Non bisogna mai perderla (la curiosità, ndr) né mai avere paura di provare, di sperimentare e pure di sbagliare”, perché, come ha ricordato Andrés citando Winston Churchill, “anche in cucina il successo è passare da un fallimento all’altro senza perdere entusiasmo”. Parlando in particolare dei più piccoli, che “non devono mai avere paura di provare un sapore nuovo”, Bottura ha in qualche modo dato un suggerimento ai loro genitori: “Se c’è un ingrediente che magari li spaventa, come accade spesso con i funghi, non costringeteli a mangiarlo, ma provate a proporglielo insieme con altro, magari come condimento di un risotto”.

Comunque, la vera mattatrice dello show (e sorprendentemente brava a recitare, fra l’altro) è l’ex first lady degli Stati Uniti, che ha raccontato che “avrei voluto un programma così quando le mie figlie stavano crescendo, perché è divertente da seguire tutti insieme e anche dà ai genitori la certezza che guardandolo i bimbi imparino qualcosa”. Michelle, che ha prodotto “Waffles + Mochi” insieme con il marito Barack attraverso la loro Higher Ground, è da tempo parecchio sensibile al tema dell’alimentazione e al rapporto dei più piccoli con il cibo, come lei stessa ha raccontato su Instagram: “In qualche modo, questo è un proseguimento del mio lavoro all’epoca in cui ero alla Casa Bianca”, quando fra l’altro allestì un orto in cui lavorare con gli studenti delle scuole americane. Inoltre, in collaborazione con l’associazione Partnership for a Healthier America e proprio come parte delle iniziative per promuovere la serie, “stiamo lavorando per aiutare le famiglie bisognose durante la pandemia e fare arrivare loro frutta e verdura fresca che possono preparare stando al sicuro dentro casa”.

Ai fornelli fra Bottura, Jack Black e Lionel Richie

Come detto, il serial è ricco di guest star sparse per il mondo, dal Giappone al Perù, da una costa all’altra degli Stati Uniti, sino a Modena. È qui che per due puntate (la numero 6 e la numero 9) Waffles e Mochi sono ospiti di Bottura nel suo laboratorio per la preparazione dei tortellini e pure nella sua Osteria Francescana: abbiamo visto la serie in lingua originale e apprezzato sia la verve dello chef italiano, che non sembra mai impacciato davanti alle telecamere, sia la sua padronanza dell’inglese. Che in questo momento in cui sentiamo più spesso di prima le traduzioni un po’ choc dei politici italiani impegnati a Bruxelles, decisamente è un bel biglietto da visita per il nostro Paese.

Fra le altre star che meritano una menzione, anche l’attore Jack Black, alle prese con la preparazione dei dim sum nell’episodio 9, il noto chef giapponese Motokichi Yukimura, il comico greco-americano Zach Galifianakis, cui è affidato il compito di chiudere la serie alla fine dell’episodio 10 con la sua inconfondibile voce.

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Alcuni dei celebri ospiti della trasmissione Waffles + Mochi
L'attore Jack Black ospite di Waffles + Mochi
L'attore Gaten Matarazzo ospite di Waffles + Mochi
Chef Mashama Bailey ospite di Waffles + Mochi

“Stranger Things” e quella strana puntata sui funghi

A parte la prima, che funziona anche come una sorta di “introduzione”, le puntate si possono vedere anche indipendentemente una dall’altra: quelle che a noi sono piaciute di più sono la seconda e la nona. Nella prima delle due, Waffles e Mochi scoprono i segreti del sale, come usarlo anche per la preparazione dei biscotti e capire le dosi giuste, anche volando sino ai suggestivi paesaggi lunari delle saline di Maras, in Perù.

La penultima, invece, è quella dedicata ai segreti dei funghi, circondati da un velo di mistero che i due piccoli protagonisti dovranno sollevare: lo faranno anche con l’aiuto del giovanissimo Gaten Matarazzo, conosciuto soprattutto per il ruolo di Dustin Henderson in “Stranger Things”. Impossibile non riconoscere il suo viso paffuto e simpatico o non cogliere i riferimenti al Sottosopra, insieme con le note delle colonna sonora della popolarissima serie dei fratelli Duffer e anche (soprattutto se si guarda l’episodio in lingua originale) il gioco di parole fra “che cose strane” e “ho visto cose più strane”. Come i funghi, appunto...

Ascolta la playlist Waffles + Mochi, 9 canzoni con il mood giusto

Emanuele Capone si è formato professionalmente nella redazione di Quattroruote, dove ha lavorato per 10 anni. Nel 2006 è tornato nella sua Genova, è nella redazione Web del Secolo XIX e scrive di alimentazione, tecnologia, mobilità e cultura pop.

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