La nuova Mi Smart Air Fryer di Xiaomi permette anche di essiccare e fermentare: l’abbiamo provata
Abbiamo testato la friggitrice ad aria del colosso dell’hi-tech, preparando patatine e bocconcini di pollo: ecco com’è andata, che cosa ci è piaciuto e che cosa no
La nuova versione si chiama Mi Smart Air Fryer 3,5L, nome lungo e complicato che sta appunto a indicare il primo prodotto di questo tipo fatto da un’azienda che prima conoscevamo solo per gli smartphone e che ora produce un po’ di tutto: bollitori, tv, proiettori, smartband, cuffiette. E appunto friggitrici ad aria, come quella che abbiamo testato nella cucina del Cucchiaio e abbiamo usato in particolare per preparare due tipi di patatine fritte e bocconcini di pollo impanati con il panko. Più sotto vi raccontiamo com’è andata e cosa ci è piaciuto (e cosa no) di questa Air Fryer, ma prima rispondiamo a una domanda: che cos’è una friggitrice ad aria (che avevamo incluso nel nostro elenco dei 9 gadget per una cucina hi-tech)?
Il nome dice molto, anche se non dice tutto: questi apparecchi sono in grado di friggere praticamente senza usare l’olio (o comunque con molto, molto poco olio), generando un flusso d’aria caldo, che una volta raggiunta la giusta temperatura viene fatto circolare all’interno del cestello per cuocere i cibi in maniera uniforme. Lasciandoli croccanti e asciutti fuori e morbidi dentro, che sembra un po’ uno slogan pubblicitario, ma è in effetti abbastanza vero. Può fare anche altro, però: la possiamo considerare una sorta di via di mezzo fra un forno tradizionale e uno a microonde, perché può appunto sia cucinare sia scaldare/scongelare i cibi. In più, è molto compatta.
Quanto costa, come l'abbiamo usata e com'è andata
Iniziamo dalle patatine: le abbiamo cucinate a fette e a bastoncino zigrinate e sono uscite dal cestello croccanti, saporite, gustose e ben cotte. Non sono come le patatine fritte tradizionali, ma sono soddisfacenti e sfiziose. Abbiamo scritto “dopo avere fatto un po’ di pratica” perché è necessaria: il primo approccio, tagliando le patate a fette un po’ spesse, ce le ha restituite poco cotte dentro e bruciacchiate fuori, ma basta appunto prenderci la mano e il problema non si presenta più.
E il pollo? Lo abbiamo trovato ben cotto e certamente la panatura con il panko ha aiutato a mantenerlo morbido e delicato: ci è piaciuto, insomma.
Il limite della Air Fryer, ma in generale di tutte le friggitrici ad aria, è che il cestello per la cottura non è grande (quella di Xiaomi ha una capacità di 3,5 litri) e dunque non si possono cucinare tanti cibi insieme. Ma alla fine, trovato il giusto equilibrio e le giuste quantità, il bilancio è buono: non si rinuncia alla croccantezza, ma si rinuncia all’unto.
A che altro serve la Air Fryer e perché Xiaomi l'ha fatta
Ma perché Xiaomi l’ha messa in produzione? Perché, oltre a telefonini, tv, robot per pulire, proiettori, router e molto altro, l’azienda ha deciso di creare un oggetto del genere? Ce lo siamo chiesto, e l’abbiamo chiesto a Davide Lunardelli, responsabile Marketing di Xiaomi Italia: “Per noi, la casa è prima di tutto un luogo dove stare bene e dove trovare tutti i comfort di cui si ha bisogno - ci ha risposto - E una casa davvero smart è un ambiente in cui i prodotti dialogano tra loro per contribuire al nostro benessere e in futuro saranno in grado di imparare le nostre abitudini per farci stare meglio”. Che c’entra la friggitrice ad aria? “La cucina è sicuramente uno degli ambienti della casa che hanno un ruolo fondamentale: è un posto dove si passa molto tempo e dove comodità e velocità sono importanti - ci ha detto ancora Lunardelli - Da qui nasce l’idea della Air Fryer e dei suoi programmi base pre-impostati, che aiutano a ottimizzare i tempi”.
Che cosa ci è piaciuto e che cosa no
- il cibo esce croccante e ben cotto
- minore sensazione di unto
- design coerente con l’ecosistema Xiaomi
- buon rapporto prezzo/dotazioni
E quali invece sono le debolezze:
- il cestello è un po’ piccolo
- serve un po’ di pratica per avere risultati soddisfacenti